Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

martedì 31 luglio 2012

Da "La compagnia dei Celestini", di Stefano Benni (Feltrinelli, 1994)




Come prima cosa, accadde che si udì uno schianto e apparve Don Bracco. In mano aveva un pomello della porta, che aveva divelto con la grazia propria del suo Ordine.
"Eccheccazzo", dixit, e si fece avanti.


martedì 24 luglio 2012

Da "Dieci", di Andrej Longo (Adelphi, 2007)




Ho telefonato a mia madre se le serviva qualcosa. Mentre stavo a parlare con lei, è suonato il citofono.
"Mò ti lascio," ho detto "ci sta Enzuccio".
Ho premuto il bottone del citofono. Ho aspettato di sentire l'ascensore che si avviava e ho aperto. Mi sono nascosta dietro alla porta, che ogni volta lo aspetto così, da quando siamo sposati. Mi sembra un po' da scemi ormai, che teniamo un'età, però penso che se non lo faccio porta male e capita qualche disgrazia.
L'ascensore è arrivato al piano. Ho sentito che si apriva. E i passi suoi sul pianerottolo.
"Ciuciù sono io".
Ha spinto la porta.
"Dove sta Ciuciù l'amore mio?" ha detto col tono allegro che tiene sempre. Ha chiuso la porta. Ha fatto un poco la scena che mi cercava e quando mi ha vista, ha detto:
"Ciuciù, e che ci fai qua dietro?".
Ha posato la borsa per terra, mi ha abbracciata e mi ha baciata sulla bocca.
Come ogni martedì.
Come ogni martedì da tredici anni.

sabato 21 luglio 2012

Da "Il cacciatore di aquiloni", di Khaled Hosseini (Edizioni Piemme, 2004)




Piansi per tutto il tragitto di ritorno. In macchina vedevo le mani di Baba aprirsi e chiudersi nervosamente sul volante. Non dimenticherò mai l'espressione di disgusto dipinta sul suo viso mentre guidava in silenzio verso casa.
Quella sera, passando davanti al suo studio, lo sentii parlare con Rahim Khan. Avvicinai l'orecchio alla porta.
"...ringrazia che abbia la salute" diceva Rahim Khan.
"Lo so, lo so. Ma se ne sta sempre sepolto tra i libri e vaga per la casa con la testa fra le nuvole."
"E con questo?"
"Io non ero così" spiegò Baba, e c'era frustrazione rabbiosa nella sua voce.
Rahim Khan rise. "I figli non sono album da colorare come piace a noi."


lunedì 16 luglio 2012

Da "La stagione della caccia", di Andrea Camilleri (Sellerio editore Palermo, 1994)




Il marchese arrivò mezzo spogliato, era stato avvisato da un uomo del delegato.
"Povero papà, che fine orribile per lui" fece quando vide il corpo del vecchio perfettamente puliziato dal mare. "Praticamente è morto lavandosi".

giovedì 12 luglio 2012

Da "L'educazione delle fanciulle", di Luciana Littizzetto e Franca Valeri (Einaudi, 2011)




LA NOIA

La noia è un bel tema. Non sto pensando alla noia della coppia. Non ho praticamente mai vissuto in coppia, insomma coi ritmi usurabili della coppia. Quando ho vissuto in due è stata sempre un'avventura.
Ma la noia fa parte della vita, bisogna abituarsi da bambini a sentirla arrivare e a dire: "No, non mi avrai". Perché i mezzi per sconfiggerla sono infiniti e molto più semplici di quel che si crede. Purché il problema riguardi te solo. La noia diventa pesante se devi condividerla. Da solo, è uno scherzo. Basta decidersi a riordinare un cassetto, fonte inesauribile di sorprese. Basta leggere un calendario appeso in cucina e contare quante feste ci sono, ognuna ha i sui problemi festivi. Basta cercare di ricordare un nome, si può riempire anche un'ora.
La noia siamo noi. Ho concluso dopo molti anni di vita che lei non esiste. E' un tema letterario.

F.V.


venerdì 6 luglio 2012

Da "Ho una storia per te", di Attilio Coco (Edizioni Spartaco, 2011)




L'indolenza di quelle ore, che di sicuro gli derivava dal grande caldo, lo metteva di fronte a un forte imbarazzo; lo stesso di chi, giunto senza rendersene conto a un bivio, si guarda intorno sperando nell'arrivo di qualcuno o di qualcosa che lo obblighi a prendere una direzione certa e lo tolga così dall'impaccio di dover fare in prima persona una scelta che si avverte come superiore alle proprie capacità del momento.

domenica 1 luglio 2012

Da "Il bambino con il pigiama a righe", di John Boyne (Rizzoli, 2008)




Andò alla porta, ma prima di aprirla si voltò e fece un'ultima domanda: "Papà" iniziò.
"Bruno, non ho intenzione di..." lo interruppe il padre, irritato.
"Non c'entra" disse Bruno con prontezza. "Ho solo un'altra domanda."
Il padre sospirò e gli fece cenno di proseguire, perchè poi l'argomento sarebbe stato definitivamente chiuso e lui non avrebbe ammesso altre repliche.
Bruno meditò sulla domanda: questa volta voleva trovare le parole giuste per non sembrare di nuovo maleducato e poco collaborativo. E alla fine disse: "Chi sono tutte quelle persone là fuori?"
Il padre inclinò la testa da un lato, come se la domanda l'avesse spiazzato. "Soldati, Bruno" rispose. "E segretarie. I miei collaboratori. Li conosci già."
"No, non loro" disse Bruno. "Le persone che ho visto dalla mia finestra, nelle baracche laggiù, in fondo. Tutti quegli uomini vestiti uguali."
"Ah, quelli" disse il padre scuotendo la testa con un sorrisetto. "Ma quelli non sono uomini, Bruno" disse.